L’arte e la fotografia riflettono da sempre lo specchio dell’animo umano e sono in grado di dare forma alle nostre paure ed emozioni più profonde che risiedono nel nostro subconscio.
Nel corso della storia molti pittori e fotografi hanno affrontato ed impresso con le loro opere il tema delle paure umane attraverso l’uso del Surrealismo, ovvero una corrente artistica e letteraria, esplosa nel XX secolo in risposta a quel periodo di instabilità e di cambiamenti culturali dovuti alla fine della Prima Guerra Mondiale (1918-1920), quest’ultima si focalizza sull’estrapolare le paure umane dal subconscio. E’ proprio il subconscio, ovvero la parte più interna e profonda dell’essere umano che opera al di fuori della logica e della coscienza, la parola chiave di questo movimento artistico che trapassa completamente la razionalità dando vita ad un mondo completamente nuovo basato sul folle, sulla spontaneità e sull’impulso aprendo le strade a nuove prospettive artistiche e sociali. I primi cambiamenti si manifestarono proprio tramite l’arte e la fotografia dove gli artisti surrealisti (i cui i maggiori esponenti furono Salvador Dalì, Renè Magritte e Andrè Breton), avevano come obiettivo quello di proiettare l’osservatore a focalizzarsi principalmente sulle paure più interne, sulle angosce e sui desideri repressi tanto da trasportare quel senso di ansia provocato da quest’ultime in un mondo completamente libero, leggero e svincolato dalle negatività.
L’arte surrealista attraverso l’Automatismo, ovvero quella tecnica creativa basata sull’irrazionalità, che associa elementi totalmente incongruenti tra loro destabilizzando così la realtà e dimostrando come questa possa aprire nuovi mondi ispirandosi alla propria immaginazione portandoci a pensare in modo non più convenzionale ed acquistando una nuova comprensione di noi stessi e del nostro essere. Questa corrente artistica ebbe un impatto profondo anche nel mondo del cinema e del teatro tanto che gli artisti potevano esprimersi senza alcun freno inibitorio con scenografie e spettacoli completamente nuovi, volti a disorientare lo spettatore infondendo, in quest’ultimo, un senso di disorientamento, di meraviglia e di stupore.
IN CHE MODO IL SURREALISMO CI AIUTA A TROVARE QUEL SENSO DI “EVASIONE” DALL’IRREFRENABILITA’ MODERNA?
La frenesia della vita moderna è costituita da ritmi accelerati, da aspettative sempre più alte, da quel senso del dovere e da molte altre responsabilità, creando così quel senso di pressione costante nell’uomo. Anche la tecnologia ci ha ormai abituati ad essere sempre reperibili e a ricevere in maniera istantanea le nozioni e le risposte a tutto. Questo senso di sopraffazione può essere interpretato ed affrontato tramite l’ottica del surrealismo, che mira proprio a liberare la mente dai nostri limiti razionali, dalla routine e dal timore di non essere compresi ed accettati dal mondo che ci circonda. In tutti noi, di fatto, è radicato quel desiderio di evasione, anche solo mentale, per poter “staccare” dalle questioni quotidiane. La natura folle del surrealismo proietta, infatti, l’uomo a toccare con mano i propri sogni, rompendo cosi la monotonia per riscoprire nuove prospettive, consapevolezze diverse di sé stesso e del mondo circostante. Possiamo quindi dire che il surrealismo nell’arte e nella fotografia non ha un significato o un’interpretazione ben precisa in quanto ogni opera viene analizzata in maniera singolare da ogni persona, anche se il surrealismo si connette a pieno con le paure ed i pensieri comuni agli uomini, l’interpretazione delle opere rimane in ogni caso personale perché varia in base alle percezioni ed esperienze di ciascuno di noi.
E’ importante comunque cercare un equilibrio nella vita moderna e prendersi del tempo per rilassarsi, riflettere e stabilire dei limiti per gestire a pieno lo stress quotidiano.
L’impronta che ci ha lasciato il surrealismo è più attuale che mai e si riflette, ancora oggi, nell’arte contemporanea. Infatti ha ridefinito i confini dell’immaginario introducendo nuove prospettive per la comprensione e conoscenza della nostra mente umana.
Eleonora Vicari