La musica, in ogni sua piccola parte, è bella, ma, in fondo, lo è perché è varia. Nesli, pseudonimo di Francesco Tarducci, è un cantautore, rapper e produttore discografico italiano. La sua carriera inizia nel 1999 quando con suo fratello Fabri Fibra, già avviato nel mondo della musica, pubblica “Fitte di latte”, che ebbe un ottimo successo. Ora però, dopo ben 24 anni di carriera, il cantante ha deciso di pubblicare il suo ultimo album, uscito il 10 Marzo, “NESLIVING VOL. 4 – Il Seme Cattivo”. Questo disco è colmo di vita, dolore, sangue e sudore; ma è anche un disco libero, profondo e autentico.
In un’intervista per il web “Amica”, il cantante ci rivela: “È un ultimo ritorno, è l’ultimo disco, non mi immagino a pubblicare altri album nella mia vita perché in questo ho veramente vuotato il sacco perché è l’undicesimo e perché in un futuro non troppo lontano non vedo dischi, non li immagino e non voglio immaginarlo, mi sono veramente esaurito e mi sono messo in gioco tanto con questo disco”.
Nesli ci spiega, però, che non sparirà completamente dal mondo della musica, bensì cambierà ruolo, passando da cantante di grande successo ad autore per altri.
L’ultimo progetto è composto da 22 tracce:
- Rivoluzione
- Lazarus – morti in piedi
- Un altro mondo
- Stay
- Money
- Lontano
- Solo
- La mente / Autostop
- Salvami
- Polvere da sparo
- Questa follia
- Ancora tu
- Poesia della buonanotte
- Il male minore
- Terra di confine
- Ricordami chi ero
- Blue Monday
- Il mondo che ne sa di noi
- Sogni a metà / Vento di guerra
- Kaino e Abele
- Confessione – story
- Non mi importa di niente
Il brano che apre l’album, “Rivoluzione”, racconta della sensazione che si prova quando ci si incanta davanti alla tv o sulla scrivania in ufficio, quando ti disconnetti completamente dal mondo. Tutto ciò che riesci a sentire è quel brivido sulla schiena che sarà il pretesto per iniziare una Rivoluzione.
In seguito, si procede con l’ascolto di una vera e propria celebrazione della tristezza, raccontata con un sound hip hop in “Lazarus – morti in piedi”, perché “intanto questo tempo che avanza ci lascia tutti poca speranza”. La terza traccia dell’album, cantata con Zoelle, sembra spiegarsi da sé: “Forse ci siamo incontrati, amati, odiati, detti tutto quello che non pensavamo, ma lo pensavamo, perché io amo quanto odio tutto ciò che amo e tutto ciò che odio”. Forse, però, una delle canzoni più profonde del progetto è “Stay”, nella quale Nesli cerca di descrivere quella sensazione di non star facendo abbastanza, ma che era sopportabile con la persona amata accanto. Infatti “Tutto questo per capire che eri meglio tu per non guardare sempre il mondo appeso a testa in giù”.
“Money” racconta della difficoltà di inseguire i propri sogni, in un mondo che gira tutto intorno ai soldi, tenendoci in bilico tra la necessità di guadagnare e l’amore per le proprie passioni. “Soldi, persone, potere tutta la verità che non vorresti sapere di quella, la metà non la dovresti vedere e l’altra metà è fatta soltanto per cadere”.
La sesta traccia dell’album è “Lontano”, una canzone che parla di una relazione tra due persone che ormai stanno cambiando, che stanno crescendo, infatti “Tu ne hai venti e passeranno come i treni alla stazione”.
Altra canzone che parla del tempo che passa, di come sia difficile andare avanti da soli è, come dice il titolo stesso, “Solo”, “In fondo tutti nasciamo colpevoli, chi ti dice che io qua volevo starci […] chi ti ama poi ti vuole sul patibolo”.
Questa tematica è ripresa anche in “La mente / Autostop”, perché tutti i mostri che abbiamo in testa ci impediscono di farci valere, di dormire la notte. E mentre gli incubi viaggiano liberi e vagano come nomadi abbattendo tutti i nostri sogni, i pensieri positivi fanno ancora l’autostop, attendendo un mezzo che non passa mai. Nesli cerca di raccontare la sua introspezione profonda e dolorosa, riprendendo le tematiche delle canzoni antecedenti, in “Salvami”. L’autore stesso ci rivela: “Non c’è spazio in questo mondo sovraffollato per le idee, per i pensieri, per i sognatori, siamo troppi e tutti vogliono tutto. Quando ho scritto questo pezzo speravo che qualcuno venisse a salvarmi ma poi ho capito che nessuno viene a salvarti e quello che rimane, alla fine, è solo una canzone”.
Un featuring che ha riscosso notevole successo, è quello tra l’artista e Jack The Smoker, ossia “Polvere da sparo”. Il protagonista di questo articolo ci testimonia: “Il brano nasce in studio circa un anno fa mentre suonavo i miei strumenti in piena libertà, non ha per forza un senso o un significato, è scritta di getto e poi è stata lavorata nei minimi dettagli, rime potenti, incastri fighi e una base che spacca! Jack the Smoker è un artista che stimo molto, da sempre, uno dei migliori rapper della scena e un grande professionista. Quando mi ha mandato la sua strofa ero esaltato come un ragazzino al primo concerto”.
“Questa follia” è un ricordo del cantante del suo Sanremo 2017, quando tornò in gara con “Do retta a te” insieme ad Alice Paba. Il cantante ci spiega: “Dal festival più famoso di Italia, fui eliminato subito. Tornai a casa a Milano il giorno dopo, annullando ospitate in tv e interviste: “È finita”, mi ripetevo. Avevo ragione”.
L’unica canzone d’amore dell’album “Ancora tu” racconta di un rapporto a distanza tra due persone che non si appartengono più. Il testo descrive i pensieri di entrambi; pensieri che non condividono. I protagonisti di questo brano si pensano a vicenda, ma non se lo dicono. Questo, però, è proprio un problema dell’epoca in cui viviamo, la solitudine dei sentimenti.
Ma l’amore non è solo quello tra i fidanzati. L’amore per un fratello, ad esempio, è indescrivibile, e non cessa neanche dopo un brutto litigio come quello tra Nesli e il fratello Fabri Fibra, descritto in “Poesia della buonanotte” e nella sedicesima traccia “Ricordami chi ero”. Eppure, una delle cose più difficili di un essere umano è l’ammissione di colpa ed è proprio ciò di cui parla “Il male minore”, “partire e tornare per ricominciare, ma mai come adesso”.
“Terra di confine”, invece, è il luogo della mente dove si rivivono i ricordi senza dolore; è quel momento in cui capisci che qualcosa di grande sta per finire per lasciare spazio a qualcos’altro. Ma i pensieri negativi, nella mente dell’artista, sopraggiungono sempre. Il “Blue Monday” è definito il giorno più triste dell’anno e quella depressione che si prova, Nesli la condivide con Davide Shorty, “come se fosse facile stare coi piedi a terra, vivere la vita come se fosse eterna”.
Vivere, in effetti, è forse una cosa delle cose più difficili, perché “il mondo che ne sa di noi”, se l’amore e l’odio hanno la stessa natura, se Dio non ascolta nemmeno una preghiera. Il rimedio l’artista, però, ce l’ha: “Sogna forte più che puoi”.
Il tempo passa, cambia le persone e ci lascia indietro mentre lui va avanti, e la sensazione di malinconia mista alla rabbia viene ripresa in “Sogni a Metà / Vento di Guerra”, la diciannovesima traccia dell’album.
L’artista trova, però, conforto nella sua arte e ce lo spiega in “Kaino e Abele”: “A questo diavolo che è l’unico a restarmi accanto e si trasforma in angelo quando salgo sul palco”.
“Confessione – Story”, invece, canta schiettamente quello che avviene in un percorso di crescita, in un circolo di vita, ed è per questo che, salvo qualche eventuale dettaglio, è facilmente condivisibile, che la si ascolti mentre si è in macchina o quando si è sdraiati nel letto la sera prima di addormentarsi.
L’ultimo brano, ma non per importanza, è “Non mi importa di niente”, ed è un invito agli ascoltatori a percorrere la propria strada fregandosene dei giudizi altrui e non mollando mai, perché “Ognuno vive il suo dramma, la gioia e se cambia alle volte è un istante”.
Insomma, Nesli ha concluso la sua carriera egregiamente, ma i fan continueranno a sperare che si redimi e torni sul palco. L’autore ce l’ha dimostrato per l’ultima volta: la musica è bella, ma, in fondo, lo è perché è varia.
Flavia Amorosini