La Pop Art, nonché la popular art, è un movimento artistico che ha avuto origine negli Stati Uniti intorno agli anni ‘60, periodo di grandi trasformazioni sociali dovute dal dopoguerra, la società inizia a reagire al boom economico e alla diffusione dei media. Gli artisti iniziano a mettere in risalto oggetti ed immagini semplici e comuni della società di consumo, come prodotti commerciali, icone del cinema, cibi in scatola e molto altro, tanto da farne diventare i soggetti principali delle loro opere. Come movimento artistico si caratterizza per il suo approccio ironico, giocoso e spesso critico nei confronti della cultura del momento. Tra i principali artisti di questo movimento troviamo Andy Warhol, Roy Lichtenstein, famoso per la sua opera “Crying Girl” dove tramite un fumetto, sempre con una nota critica, mette in risalto un’affascinante donna dal volto malinconico, con indosso orecchini di perle e smalto rosso che piange, tipica rappresentazione delle dive del cinema e di una società fondata sull’esaltazione dell’eccesso e sulla superficialità.
Gli artisti della Pop Art univano la loro ispirazione artistica con gli elementi comuni che venivano pubblicizzati tramite radio e tv per denunciare appositamente lo smarrimento dell’uomo di fronte ad una società che impone in maniera amplificata desideri sempre nuovi. L’unione dell’arte con questi elementi non fece altro che rompere le barriere esistenti tra la cultura più elevata (per le persone dell’alta società) e la cultura di massa, portando così quest’ultima nelle strade e nelle case della gente comune. Il tema del materialismo e del consumismo viene analizzato in maniera del tutto critica dagli artisti, i quali mettevano in evidenza la loro natura effimera e futile. La Pop Art ebbe un impatto così immediato e forte sulla cultura contemporanea da influenzare non solo l’arte ma anche la moda, il design e la musica. La pop art si caratterizza per il suo modo diretto ed immediato nell’arrivare allo spettatore.
La piaga del materialismo e del consumismo nell’arte e nella società
Il materialismo ed il consumismo, oltre ad essere strettamente connessi tra loro, sono due concetti sempre più radicati nella società contemporanea. Quest’ultimi infatti hanno influenzato ormai la nostra visione del mondo e l’importanza che diamo alle cose. Siamo spinti costantemente alla ricerca della felicità materiale con la percezione che il desiderio e l’ottenimento di un determinato oggetto ci porti ad essere felici e realizzati. Tutto questo, come ai tempi della Pop Art, è alimentato dai social media e dalle pubblicità, tanto che se non riusciamo ad ottenere quel determinato oggetto ci sentiamo insoddisfatti ed infelici, ci distacchiamo dalla realtà a causa di una felicità temporanea, ritrovandoci poi però con un gran senso di vuoto interiore. Tutti noi dovremmo analizzare questi due concetti in maniera critica per riflettere sulle priorità della vita, sull’adottare un atteggiamento distaccato dai beni materiali e cambiare il nostro approccio sulla visione del mondo. Da un lato il continuo desiderio di possedere un oggetto porta ad continuo ed infinito ciclo di consumismo creando così una società basata sempre di più sull’apparenza effimera, cosa che la Pop Art da sempre ha criticato aspramente non facendo altro che aumentare però questo fenomeno. Allo stesso tempo, però, questi due temi diventano dei mezzi utilizzati dall’arte per criticare ed essere veri antidoti, offrendo così una visione cruda alla nostra relazione con i beni materiali. In conclusione possiamo dire che l’atteggiamento materialistico ha impoverito molto il ruolo dell’arte all’interno della società, rendendola spesso incomprensibile e mercificata dallo spettatore stesso, divenendo anche essa un oggetto di consumo.
Eleonora Vicari