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14 Gennaio 2025
Cucina Rubriche

C’era una volta…

Il Natale sprigiona un meccanismo che sa di buono. Se condividi questa sensazione starai meglio due volte
– Luciano Sante Manara
Commerciante di frutta e verdura

Quando da bambina ascoltavo la frase: “c’era una volta…” immediatamente mi riaffiorano ricordi stupendi legati ai miei nonni paterni ed al calore dei nostri sabato sera a casa loro nel lettone insieme io, mia nonna Dina e mio fratello. Il nonno Dino per una notte ci donava la felicità di avere la nonnina tutta per noi e dormiva solo soletto.

Cominciavo immediatamente a sorridere ed a sognare perché certamente stava per raccontarci una favola piena d’amore e d’incanto, proprio come spero di fare io oggi con voi ed il mio augurio è che questa lettura vi appassioni e vi lasci la mia stessa bella sensazione di allora, fatta di tanta gioia e soprattutto di benessere e serenità, proprio quello che tutti noi ci auguriamo di provare, soprattutto in prossimità delle feste natalizie.

 “C’era una volta una signora con una bambina malata; rivolgendosi alla Madonna di Tindari fece voto per la guarigione della figlia. Ottenuta la grazia si recò al santuario per ringraziarla ma vedendo una Madonna nera in viso restò delusa; pensando addirittura non fosse lei, partì alla ricerca della “sua bella Madonna miracolosa“.

Nel frattempo la bambina incustodita precipitò dalla cima del colle. La madre disperata tornò a pregare dalla Madonna nera: “se siete voi la vergine miracolosa salvate per la seconda volta mia figlia”. La bambina fu ritrovata tranquilla che giocava su un piccolo arenile formatasi improvvisamente nel mare sottostante; un marinaio era corso a riprenderla per restituirla alla madre sana e salva.

Quest’ultima commossa esclamò rivolgendosi alla Madonna: “Voi siete veramente la gran Vergine miracolosa“.

Questa leggenda evoca un bel miracolo, di quelli che si sognano proprio a Natale ed è per questo che ho avuto il piacere di raccontarlo brevemente.

La Madonna si trova a Tindari, una vera e propria perla presente sul territorio siciliano ed in particolare in provincia di Messina.

Tindari, oltre ad essere frequentata per le eccezionali bellezze naturali, è conosciuta anche per le strutture archeologiche e storiche, tra cui appunto l’antico santuario della Madonna nera di cui vi ho appena accennato. La Valle Tindari è l’immensa zona naturale che copre la località siciliana, si può osservare con ammirazione il corso della natura che cresce indisturbata e curata.

Si tratta di un’oasi naturale che si adagia sopra la zona dei laghetti di Marinello. Il relax regna sovrano in questa località e visitarla potrebbe essere per tutti voi piacevole, stacchereste un po’ la spina dal quotidiano, godreste di momenti di vera pace ed unione con una natura maestosa che ci riserva dei veri e propri miracoli… Buon Natale!

La ricetta che vi propongo questo mese è proprio una specialità dei Nebrodi ed è un primo piatto: “Paccheri ripieni di ragù di suino nero dei Nebrodi”.

Il suino è nero per via delle ghiande di cui si nutre, ha una carne di assoluta eccellenza per cui vi consiglio di provare questa ricetta per portare nella vostra tavola di Natale qualcosa di sublime, opulento, caloroso, gustoso e davvero degno di una festa del cuore, cucinate quindi come me, con amore ed un pizzico d’incanto.

Paccheri al ragù nero dei Nebrodi

Ingredienti per 8 persone

  • Kg 1,200 polpa di suino
  • Kg 1 passata di pomodoro
  • 1 cipolla rosata media
  • 1 spicchio d’aglio (facoltativo)
  • 2 foglie di salvia
  • 2 foglie di alloro
  • 2 gambi di sedano
  • 1 rametto di rosmarino
  • 1 carota media
  • 2 bicchieri di vino rosso corposo
  • Pepe bianco
  • Sale
  • Olio extravergine d’oliva
  • 1 lt besciamella
  • 800 gr paccheri
  • 200 gr provola dei Nebrodi semi stagionata

Procedimento

  • Preparare la carne suino in un solo pezzo e porla in una ciotola. Aggiungere l’aglio, l’alloro, il rosmarino, la salvia, il pepe. Irrorare con il vino rosso e lasciare macerare per una notte frigorifero.
  • A questo punto tagliare a coltello la carne conservando il vino.
  • Fare un trito di carota, sedano e cipolla, rosolarli in una casseruola con un paio di cucchiai di olio per due minuti circa. Unire i pezzetti di carne e proseguire la cottura a fiamma vivace unire quindi il vino dopo averlo filtrato con un colino e lasciare evaporare l’alcol.
  • Aggiungere la passata di pomodoro, regolare di sale e pepe, coprire con un coperchio e lasciare cuocere a fiamma bassa per tre ore circa, aggiungendo dell’acqua per evitare che il sugo si asciughi troppo.
  • Mescolare di tanto in tanto e dopo tre ore il ragù dovrebbe aver raggiunto la cottura ottimale.
  • A questo punto arricchitelo con una nota profumata e cioè un po’ d’olio in cui avrete scaldato un rametto rosmarino una foglia di salvia e una di alloro.
  • Preparare a parte la besciamella.
  • Cuocere in acqua bollente salata i paccheri tenendoli molto al dente. Scolarli e fermare la cottura sotto un getto di acqua fredda.
  • Predisporre quindi una tortiera tonda a cerniera ed alla base di essa spalmare del burro, porre un foglio di carta forno a misura (da ritagliare).
  • Sporcare con qualche mestolo di besciamella.
  • Riempire ogni singolo pacchero con il ragù e disporre in piedi dentro la tortiera fino a riempirla tutta. Versare il resto della besciamella, spolverare con la provola grattugiata.
  • Coprire con della carta stagnola ed infornare ad una temperatura di 180° per circa 20 minuti, dopodiché, scoprire e lasciare gratinare per cinque minuti circa.
  • Sfornare su un piatto da portata e servire nelle vostre tavole di Natale.

Giorgia Neglia

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