“Bella la delicatezza di fermarsi. Appena in tempo per non ferire”. Cit
Ho spesso riflettuto sul significato della parola delicatezza che, a mio avviso, ha la possibilità di essere impiegata in tantissimi momenti di vita quotidiana.
Il primo significato che mi viene in mente quando penso alla parola “delicatezza” è, senza dubbio, il termine “rispetto”, il secondo è “intelligenza” nel suo significato letterale: la parola intelligenza, infatti, è composta dai termini latini “intus” e “legere” che significano “leggere dentro”.
L’intelligenza ci permette di andare al cuore delle cose e soprattutto delle persone, di capirle e rispettarle.
Dalla delicatezza, dal rispetto e dall’intelligenza, scaturiscono gesti, sguardi e abbracci che non feriscono e non violano l’intimità delle persone a cui vengono dedicati.
Chi è delicato è, certamente, libero dal possesso ma non dalla cura. Si pone con rispetto in attesa che sia l’altro a far dono di una risposta.
La delicatezza si esprime attraverso atteggiamenti concreti: fare un passo indietro quando si ha la percezione di essere in più; tacere al momento giusto; parlare quando la parola non è scontro ma un confronto o un consiglio.
Che bello il significato della frase: “la parola giusta al momento giusto”, racchiude esattamente il significato di ciò che è per me la delicatezza. Un concetto profondo, la qualità dei forti.
Non è necessario sopraffare gli altri per affermare la propria opinione o per creare piacevoli relazioni interpersonali.
Chi è delicato prova e dà un senso di benessere a chi gli è accanto.
La parola “delicatezza” ha la stessa radice della parola “delizia” e, quest’ultima, esprime per me in assoluto il concetto di godimento dei sensi e dello spirito.
Cosa c’è di più bello che provare questa sensazione?
Nel dialogo, essere delicati ci aiuta a scegliere le parole giuste, ed il garbo nel porgersi verbalmente agli altri, per me è molto di più della gentilezza o della cortesia, aiuta, a mio avviso, ad instaurare rapporti più intimi tra persone empatiche.
Tutto questo è possibile solo tra esseri umani che si prendono cura di sé stessi, prima ancora di prendersi cura degli altri.
Infatti, se non si è sereni non è affatto semplice essere accoglienti e delicati con chi ti è accanto, anche solo per caso… o altresì nei confronti dell’ambiente che ci circonda.
Sono sempre stata una grande sostenitrice della delicatezza anche in cucina, ho cercato sempre di avere rispetto degli ingredienti, cerco di esaltare ogni singolo sapore degli alimenti che cucino. Non sono una sostenitrice del “più” tra i fornelli, piuttosto amo il “meno” o meglio la “purezza” dell’ingrediente, adoro riconoscere sempre i sapori dei cibi che mangio!
Proprio per questo, in primavera inoltrata, nel mese della festa della mamma vi propongo una ricetta che sa di natura, di fiori, di colori tipici di questa stagione e la incasello senz’altro tra le mie “ricette deliziose”.
La “quiche di primizie” è una torta salata condita con un formaggio che mi piace molto, la stracciatella di bufala, verdure di stagione, cotte il minimo indispensabile per conservare intatti sapori e colori (fondamentale per me) ed adornata con spinacini crudi e fiori eduli.
Questa ricetta sarà molto gradita durante un brunch domenicale, magari proprio in occasione della festa della mamma.
Ricetta questa che racchiude tutti gli aggettivi espressi in queste righe:
È rispettosa perché gli alimenti appena cotti conservano intatti le loro proprietà nutrizionali.
È intelligente perché una volta cotta (poco) non sarà necessario riscaldarla per gustarla al meglio.
È delicata perché i sapori si sposano tra loro senza sovrapporsi l’uno con l’altro.
Vedrete, susciterete apprezzamenti da tutti i commensali che ne apprezzeranno la fattura ed il gusto “molto delicato!“
Cucinate come me, con amore ed un pizzico di empatia!
Quiche di primizie
Ingredienti
Per la pasta brisée
200 gr Farina 0
50 ml olio extravergine d’oliva
70 ml acqua
1/2 cucchiaino di sale
Per il ripieno
350 gr di stracciatella di bufala
20 di punte di asparagi freschi
250 gr di pisellini freschi
1 scalogno
200 gr di fave piccole fresche
Qualche foglia di spinacino fresco
Fiori eduli
Olio extravergine d’oliva
Sale e pepe
Procedimento
Per la pasta brisée
- Versare la farina con un pizzico di sale in una spianatoia formando una cavità al centro.
- Versare l’olio a filo, lavorando l’impasto con una forchetta ed aggiungere la farina circostante poco per volta;
- sempre mescolando, unire l’acqua fredda; lavorare per qualche minuto fino ad ottenere un panetto compatto e morbido; lasciare riposare in frigorifero per 30 minuti circa. (La pasta brisée si può anche surgelare preferibilmente dopo averla stesa con il mattarello, avvolta con carta forno è conservata in un sacchetto freezer).
Ingredienti per condirla:
- Mentre la pasta si raffredda, eliminare dagli asparagi le parti coriacee e cuocerli a vapore per 15 minuti circa, devono risultare cotti ma al dente; condirli con olio e sale.
- Sbollentare i pisellini e le fave con un dito d’acqua, un cucchiaio di olio, uno scalogno intero, sale e pepe, per circa 15 minuti.
- Scolarli quindi dal liquido di cottura eliminando anche lo scalogno (per chi desiderasse un sapore più forte può tritarlo ed aggiungerlo alla preparazione, io come detto preferisco lasciare gli ingredienti in purezza per distinguerne meglio i sapori).
- Pulire infine lo spinacino che verrà lasciato crudo; attendere che tutto si raffreddi prima di comporre la torta salata.
- Cuocere a questo punto il guscio di pasta brisée; stendere la pasta con il mattarello su una spianatoia, adagiarla su una teglia da crostata con carta forno alla base; forare l’impasto steso con una forchetta e cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti circa; a questo punto, lasciare raffreddare il guscio a temperatura ambiente.
Procedere alla composizione della torta salata
- Spalmare la base con la stracciatella di bufala; adagiare sopra i pisellini, le fave, gli asparagi ed infine lo spinacino a piacimento.
- Decorare con fiori.
Giorgia Neglia