In questi giorni, come abbiamo anticipato nel numero 47 dell’Esodo, si sta celebrando il G7 sulla disabilità, un evento importante che dovrebbe affrontare il tema di come assicurare l’inclusione sociale e l’assistenza sociosanitaria alle persone disabili.
Nella maggior parte dei casi, sono donne che abbandonano il loro lavoro per assistere familiari malati. È necessario introdurre una disciplina legislativa per il loro definitivo riconoscimento.
Le esperienze di vita quotidiana, purtroppo, ci insegnano che al di là degli annunci e dei proclami politici, per le persone disabili, l’inclusione nel mondo del lavoro, se non proprio un’utopia, spesso è un obiettivo difficilmente raggiungibile, così come è sempre molto complesso l’inserimento scolastico.
Non solo, considerando l’importo irrisorio di 331 euro di pensione, che viene riconosciuta a coloro che hanno i requisiti sanitari ed economici richiesti, ci rendiamo conto dell’importanza e del ruolo fondamentale svolto dal caregiver familiare nell’assistenza e nell’inserimento sociale dei disabili.
Definizione caregiver familiare
Questa figura è stata riconosciuta e delineata, per la prima volta, dalla legge di bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, Legge n. 205 del 2017), che definisce caregiver familiare “la persona che gratuitamente assiste e si prende cura in modo continuativo del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n.76,di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, anche oncologica, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n.18.”
La legge prevede altresì che Il ruolo del caregiver può essere svolto da un solo familiare dell’assistito. Inoltre, il riconoscimento della figura di un caregiver familiare preclude agli altri familiari lavoratori (ad eccezione dei genitori) di godere, in relazione al medesimo familiare assistito, delle agevolazioni previste dall’articolo 33 della legge 104 del 1992.
I diritti riconosciuti al caregiver familiare
Sempre in tema di diritti, il DDL riconosce, al caregiver familiare che non svolge altra attività lavorativa, per un massimo di tre anni, i contributi figurativi, che si possono aggiungere a quelli eventualmente già precedentemente versati dallo stesso caregiver per altre attività lavorative. Questi contributi sono equiparati a quelli del lavoro domestico. Per ottenerne il riconoscimento, a carico dello Stato, occorre presentare all’INPS, ogni tre mesi, una dichiarazione delle ore di assistenza svolte.
Per quanto riguarda il loro compenso, con il decreto-legge 30 novembre 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio 2024, sono stati messi a disposizione, per l’anno 2024, la somma di euro 25.807.485.
Queste risorse vengono attribuite dal Governo alle singole Regioni e queste, a loro volta, le distribuiscono ai Comuni, i quali individuano i progetti specifici per il riconoscimento del bonus.
Questi progetti, denominati Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI), hanno l’obiettivo di verificare se sussistono le condizioni per poter assicurare alle persone anziane e ai disabili la continuità della propria vita e delle cure necessarie presso il proprio domicilio. Verifica che viene fatta attraverso i servizi sociali locali.
Quindi, in primo luogo, è importante sottolineare che la gestione del funzionamento del bonus non è statale, ma viene affidata agli Enti locali e, perciò, esso varia da Regione a Regione e da Comune a Comune.
Le risorse stanziate
La tabella allegata riporta la somma che il Governo ha stanziato per le singole regioni:
REGIONI per l’avvio dei progetti del bonus caregiver 2024 | IMPORTO EROGATO
euro |
Abruzzo | 611.637 |
Basilicata | 270.979 |
Calabria | 882.616 |
Campania | 2.203.959 |
Emilia-Romagna | 2.000.080 |
Friuli-Venezia Giulia | 603.895 |
Lazio | 2.361.385 |
Liguria | 846.485 |
Lombardia | 4.111.132 |
Marche | 722.610 |
Molise | 167.749 |
Piemonte | 2.041.372 |
Pugli: | 1.723.940 |
Sardegna | 753.579 |
Sicilia | 2.113.633 |
Toscana | 1.811.68 |
Umbria | 441.308 |
Valle d’Aosta | 64.519 |
Veneto | 2.074.922 |
Nella fattispecie, ci sono dei Comuni virtuosi che, nel corso dell’anno, per rispondere a ulteriori domande che in primo momento non erano state accolte, hanno messo a disposizione altre risorse.
In merito, precisiamo che per verificare eventuali disponibilità, è sufficiente andare sui singoli siti dei Comuni e vedere se, nell’ambito delle linee programmatiche del piano regionale per i progetti specifici a favore della disabilità, sono stati approvati ulteriori finanziamenti.
I numeri dei caregiver
In base ai dati forniti da Epicentro-Istituto Superiore di Sanità, attualmente, in Italia, i caregiver sono il 6,9% dell’intera popolazione, di questi il 65% sono donne di età compresa tra i 45 e i 55 anni. Sono persone che svolgono anche un’attività fuori casa che, purtroppo, a causa dell’attività di assistenza dei propri familiari sono costrette, nel 60% dei casi, ad abbandonare.
Linee guida modello organizzativo del caregiver
L’obiettivo del nostro Governo, visto l’alto valore sociale ed economico fornito per l’attività di sostegno, di cura e di assistenza delle persone più bisognose, è quello di introdurre una disciplina definitiva che definisca e riconosca la figura del caregiver familiare.
Le linee guida da esaminare per definire il modello organizzativo del caregiver familiare sono le seguenti:
- a) il servizio di assistenza domiciliare, che garantisce la continuità dell’assistenza nelle modalità indicate dalla normativa nazionale e regionale vigente;
- b) la pianificazione degli accessi domiciliari, sviluppata nell’arco dell’intera settimana secondo quanto previsto dalla già menzionata normativa tenendo conto della complessità clinico-assistenziale dei pazienti;
- c) il servizio di cure domiciliari integrato con prestazioni di telemedicina da remoto.
L’esempio della regione Emilia-Romagna
Come evidenziato dagli atti della Camera dei deputati, ci sono regioni, come l’Emilia-Romagna che riconoscono: “il ruolo sociale del Caregiver familiare, e proprio per questo” la suddetta Regione “intende fornire formazione e supporto alle attività di assistenza prestate gratuitamente da familiari ed amici a persone non autosufficienti, mettendo a loro disposizione importanti servizi. Tra le novità più importanti:
- rafforzamento della rete di sostegno del caregiver, costituita dal sistema integrato dei servizi sociali e sociosanitari, dal volontariato e dalla solidarietà di vicinato;
- messa a punto di un piano assistenziale individualizzato che definisce le funzioni del caregiver, nonché le prestazioni, gli ausili, i contributi necessari e i supporti che i servizi sociali e sanitari si impegnano a fornire per consentire un’attività di assistenza e di cura appropriate;
- formazione al lavoro di accudimento e al riconoscimento delle competenze acquisite per favorire successivi sbocchi lavorativi (percorsi formativi per la qualifica di operatore sociosanitario);
- supporto psicologico;
- guide sui servizi;
- prestazioni sanitarie a domicilio;
- accordi con le associazioni imprenditoriali per una maggiore flessibilità nell’orario di lavoro;
- promozione di accordi con compagnie assicurative per la copertura degli infortuni o della responsabilità civile collegati all’attività prestata;
- istituzione del caregiver day: un giorno per dare voce alle tante persone invisibili che scelgono di condividere una parte della loro vita con chi perde autonomie e relazioni, un giorno per conoscere e diffondere buone pratiche e per verificare attraverso i protagonisti diretti l’efficacia della legge.”
L’augurio che tutti noi ci facciamo è quello che si possa arrivare, il prima possibile, ad una definizione e ad un relativo riconoscimento di questa fondamentale figura di assistente alle persone disabili, valida in tutto il nostro Paese.
Carlo Fantozzi