In questi giorni in cui “paura e confusione” aleggiano indomate nel mondo, mi sono soffermata a pensare a cosa scrivere o di chi parlare. Ho pensato a un tema più leggero per questo numero, un bel racconto che potesse darci l’opportunità di farci ritornare lo scintillio negli occhi. La storia che ho scelto di raccontare parte da una perdita, e sì perché il personaggio in questione ci ha lasciati lo scorso mese all’età di 85 anni. È Domenico “Dom” De Marco l’”ospite” di questa nuova storia. Classe 1936, immigrato con la famiglia nel 1959 da Caiazzo per dar vita a un nuovo capitolo della sua vita negli Stati Uniti d’America, Domenico De Marco veniva da una famiglia di agricoltori e, pertanto, aveva fin da subito iniziato a lavorare come tale presso una fattoria italiana di Huntington nello stato di New York. Un giorno, chiacchierando con alcuni amici aveva sentito parlare del quartiere di New York City, Brooklyn, situato a Long Island luogo in cui stavano fiorendo nuove attività commerciali molto floride. Incuriosito dai racconti, andò personalmente a visionare il quartiere all’epoca abitato prevalentemente da comunità di religione ebraica. Nonostante ciò ebbe l’intuizione di dar vita a una nuova tipologia di locale dove servire triangoli di fumante pizza che facesse la differenza in mezzo a ristoranti kosher e sinagoghe. E fu nel 1965 che insieme al socio Farina diede vita al “Di Fara pizza” non lontano dalla fermata metro di Avenue J, un luogo sempre gremito di persone che così è rimasto nel tempo. È, infatti, famosa nel tempo è rimasta la fila fuori dal locale per accaparrarsi una delle fette fumanti più buone della città.
Acclamato, nel tempo dai media, tanto da essere definito il padre della “Slice” di pizza, Di Fara pizza è il punto d’arrivo per milioni di turisti nella grande mela. La differenza sostanziale sta negli ingredienti di qualità (provenienti direttamente dall’Italia), dalla manualità nell’impasto e dalla cottura. Poi c’è stato, nel tempo, un continuo studio da parte del titolare che gli ha permesso di raggiungere la tanto rinomata perfezione tanto che diversi italiani sostengono sia decisamente più buona di tante pizze mangiate nel nostro Bel Paese. Definito da Anthony Bourdain “the best of the best” col passare degli anni è diventato punto di riferimento di noti artisti del calibro di Tony Bennett e Leonardo di Caprio che non hanno mai perso occasione di fare un salto a Brooklyn per assaporare la tanto contesa delizia. Rinominato dai newyorchesi il Joe Di Maggio della pizza, Dom, col tempo ha trasmesso la propria arte ai figli tanto da dar vita ad un secondo locale a Williamsburg. Oggi sul sito ufficiale www.difarapizzany.com è possibile ordinare la pizza, acquistare il merchandising con tanto di logo o foto del titolare e leggerne cenni storici. Domenico Di Fara ha lavorato in pizzeria fino a 82 anni per un totale di oltre 50 anni da pizzaiolo in cui ha impastato, assaggiato e infornato personalmente un numero infinito di pizze allietando i numerosi clienti anche con la sua simpatia. Fino a qualche mese prima della sua scomparsa era possibile vederlo seduto nel retro del locale a osservare che venisse tramandata a regola la sua tradizione.
Come tutte le cose belle non verrà mai dimenticato e rimarrà sempre un pilastro della società nel quartiere di Brooklyn.
Annalisa Iaconantonio