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14 Gennaio 2025
Italiani nel mondo: I racconti del Natale passato
Italiani nel Mondo

I racconti del Natale passato

Il Natale è un po’ per tutti un momento magico in cui ci riunisce e si sta con i propri familiari. Non per tutti è così e per la rubrica “Italiani nel mondo” abbiamo raccolto qualche “racconto del Natale passato” così da riportare testimonianze su come mutino le tradizioni e le abitudini dei nostri connazionali, da Paese in Paese.

Il racconto di Riccardo trasferito in Lapponia

Partiamo da Riccardo che, insieme alla sua famiglia, si è trasferito nel 2022 a Rovaniemi in Lapponia dove gestisce un ristorante. Luogo di culto per grandi e piccini la cittadina offre, ormai da anni, la magia che la festa del Natale porta con sé.

È possibile infatti visitare un villaggio degli elfi, fare escursioni trainati da renne o husky e, dulcis in fundo, conoscere il buon Babbo Natale in persona.

La vita di Renato e della sua famiglia proveniente dalla Brianza, è cambiata radicalmente negli anni. Prima di approdare nel luogo in cui vivono attualmente sono stati alle Canarie e negli Stati Uniti d’America, dove si alternavano vacanze di Natale sulla neve ad altre in bikini.

Ma, adesso, il loro Natale si rende conforme alla magia del luogo dove, tra bevande calde e biscotti fatti in casa, si augura “Hyvaa Joula” (Buon Natale) agli amici di tutti i giorni.

Ci racconta Riccardo che i festeggiamenti iniziano il 24 con una sauna a cui segue la trasmissione televisiva relativa alla Dichiarazione di pace del Natale. Dopodiché ci si siede a tavola per il cenone. Babbo Natale consegna (fisicamente) ai bambini a casa, i regali durante il giorno e si accerta della loro buona condotta nel corso dell’anno.

Le pietanze tipiche delle feste sono un prosciutto cotto che viene cucinato per 10 ore, il salmone, gli sformati di aringa e patate e insalata di barbabietola rossa.

Tutti piatti che loro servono anche nel proprio locale perché parte della tradizione culinaria.

Le decorazioni sono frutto di riutilizzo di materiale per non gravare sull’ecologia, ma l’albero rimanere il classico abete naturale addobbato a festa.

Il racconto di Rachele trasferita in Cina

Rachele marchigiana d’origine e traduttrice a Hong Kong ci racconta che i cinesi, per la maggior parte di religione buddista o taoista, non amano molto il Natale poiché parte della tradizione pagana occidentale e considerata come una “festa alla moda” tratto di frivolezza che (a dir loro) contraddistingue la nostra cultura.

Sono pochissime le famiglie che considerano la festa così come lo facciamo noi. La famiglia del suo attuale marito è tra queste.

Il suo Natale in Cina è molto simile nelle tradizioni a quello che lei festeggiava con la famiglia in Italia. Cambia, ovviamente, il menù fatto di budini di riso, verdure e anatra alla pechinese.

Ci racconta che alcune persone di sua conoscenza preferiscono cenare con il pollo fritto all’americana della catena KFC. Tutto il resto è uguale, regali scartati a mezzanotte, alberi di Natale addobbati e lucine che brillano dalle finestre delle case come augurio di un sereno Shèngdàn(jiè) kuailè (Buon Natale).

Il racconto di Simona trasferita a New York

Simona milanese doc e organizzatrice di eventi a New York ci racconta, invece, la magia che tutti i film girati nella grande mela ci hanno sempre trasmesso.

Luci, vetrine a tema di negozi che fanno a gara per avere la più bella coinvolgendo importanti agenzie di allestimenti, i mercatini a Central Park, la pista di ghiaccio a Rockfeller center e il meraviglioso albero di Natale che ogni anno “inaugura” il periodo natalizio a Washington Square.

Lei vive negli Stati Uniti ormai da 20 anni insieme alla sua famiglia e le è spesso capitato di trascorrere questa festività in città. Lo racconta, però, come un qualcosa di bellissimo.

Fino a qualche anno fa accompagnava il suo bimbo da Macy’s o da Fao Schwartz per “conoscere” Santa Claus e consegnare la letterina.

Il 24 dopo la cena a casa con gli amici e pietanze provenienti da tutto, il mondo si andava a St Patrick per la celebrazione religiosa della nascita e poi dritti a casa a scartare i regali sotto l’albero. Il giorno dopo alla canonica colazione da Sara Beth seguivano i giochi con la neve in giro per i parchi della città.

I racconti appena descritti ci raccontano non di una festa religiosa ma di un momento gioioso e conviviale dove diverse culture si uniscono trovando un loro equilibrio e non predominando l’una sull’altra.

Un Natale fatto di nuove tradizioni e ricette riscritte e, dove basta poco per sentirsi a casa, pur essendo tanto lontano.

Ed è così che, a prescindere da credi e tradizioni popolari, dovrebbe essere intesa questa festività. Il Natale è un sentimento racchiuso nel cuore e non nelle cose materiali.

Noi di “Italiani nel mondo” auguriamo a voi che ci leggete e a tutti i nostri “amici” sparsi per il mondo un sereno e felice BuonNatale.

Annalisa Iaconantonio

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