Ogni anno, si sà, è caratterizzato da nuove sorprese. Quella che ha, maggiormente, catturato la mia attenzione in questi giorni è relativa al massiccio aumento di italiani che scelgono di trasferirsi a vivere a Londra.
La notizia nasce da uno studio dell’Office for national statistics inglese che si occupa di ricerche e studi statistici e che ha censito 280.000 nostri connazionali nel Regno Unito.
Al di là dei dati statistici ufficiali legati a questo studio, vi sono però altri canali che indicano la presenza di 490.000 italiani nel Paese. Pare che, infatti, negli ultimi 10 anni sia raddoppiato il numero dei nostri connazionali tanto da superare di gran lunga l’India e la Polonia. Secondo il consolato italiano a Londra, invece, la discrepanza fra il numero ufficiale e il dato reale è dato dal fatto che, probabilmente, per lo studio hanno tenuto in considerazione soltanto i figli di italiani nati “all’ombra della Regina” poiché la legge non prevedendo lo Ius Soli vuole che i nuovi nati da famiglie italiane siano degli italiani che vivono in terra inglese e non dei veri e propri inglesi. La discrepanza dei dati è data anche dal fatto che non vi è sanzione alcuna per i non iscritti al registro dell’Aire. Nonostante l’inesattezza numerica sembra che la città di Londra parli (più di altre) la lingua di Dante Alighieri con una presenza di circa 366.000 italiani (dati del 2022).
Malgrado vi sia stata la Brexit, quindi, che si pensava potesse contribuire a un rallentamento del fenomeno e che attualmente richiede a chiunque voglia stabilirsi nel Paese lo Seattled status (che equivale ad un permesso di soggiorno), la fascia di italiani dai 36 ai 46 anni emigrano scegliendo una nuova vita sorseggiando un tè in riva al Tamigi.
Annalisa Iaconantonio