Tradizione, colore, musica e vocazione fanno da sempre parte del folklore italiano. Nei comuni protetti da queste misticità religiose i devoti, insieme al parroco, dedicano intere giornate e processioni all‘atto di venerazione e commemorazione. Venendo io da una città del sud Italia ho personalmente assistito a tutto ciò. Ma nulla ha mai attirato tanto la mia attenzione quanto la festività di San Gennaro, celebrata con una bella festa nella sua Napoli e con altrettanto pathos e grandi festeggiamenti nella più lontana New York il 19 Settembre. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo la storia di San Gennaro. Campano di nascita, secondo le informazioni pervenuteci nacque intorno 272 da famiglia benestante, prese i voti da giovane ed è uno dei martiri della nostra chiesa. Venerato sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa, fu Vescovo di Benevento e morì a Pozzuoli nel 305. Protettore della città di Napoli, a lui fu attribuito il salvataggio della città con l’arresto della violenta eruzione vulcanica. Le reliquie (il capo e due ampolle contenente il sangue) sono conservate nel duomo del capoluogo campano. La misticità miracolosa racchiusa intorno a questa figura, riconosciuta dai fedeli devotissimi, prende vita nei giorni antecedenti la festa in cui tutti si accingono ad omaggiarlo e a chiedere una grazia davanti al “miracolo” vero e proprio durante il quale il sangue, contenuto nelle ampolle, si scioglie. Mentre nel nostro stivale si assiste a tutto ciò, in contemporanea a tanti km di distanza la comunità riunita a Mulberry street, e formata prevalentemente da vecchi e nuovi italiani e da tanti curiosi locali, festeggia con canti, processioni, spettacoli e tanto cibo ridando vita alle strade della Little Italy di New York offrendo, così, la possibilità a tutte le vecchie e nuove generazioni di sentirsi un po’ a casa. Ogni anno l’edizione della festa statunitense è dedicata a qualcosa in particolare. Quest’anno, per la 96esima edizione le celebrazioni si sono svolte dal 15 al 23 Settembre e la si è voluto dedicare all’America e alle forze armate. Padrino delle celebrazioni è stato il primo astronauta italoamericano della NASA professore di ingegneria meccanica alla Columbia University Michael Massimino. Durante le serate si sono susseguiti numerosissimi eventi musicali oltre alle immancabili gare chi mangia più cannoli o pizza.
Annalisa Iaconantonio