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22 Gennaio 2025
Vi racconto come la pasta mi ha cambiato la vita
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Vi racconto come la pasta mi ha cambiato la vita

Quest’estate le mie vacanze sono iniziate a West Hartford, in Connecticut, dove ho conosciuto Anna.

Ovunque andassi, tutti mi suggerivano di andare da More pasta lab a conoscere questa ragazza romana che, insieme a suo marito Davide, ha dato vita ad una nuova realtà molto amata da chi la frequenta.

La sua pasta fresca mi ha ricordato quella che mi preparava la nonna da bambina. Andiamo a conoscerla
insieme.

Ciao Anna, siamo curiosi di conoscere la tua storia. Raccontaci un po’ di te.

Io e mio marito avevamo due lavori completamente diversi a Roma. Io, dopo gli studi in economia e un master in project management, ero diventata una business controller freelance, mentre, mio marito lavorava per la direzione sanitaria delle Ferrovie dello Stato essendo un biologo.

Da qualche tempo stavamo pensando di trasferirci perché in Italia non intravedevamo un futuro roseo viste le condizioni generali del paese.

Perché hai scelto gli Stati Uniti e, in particolare, West Hartford come tua nuova casa?

Davide ha sempre avuto il sogno americano, ma è anche vero che questo è ancora un paese che offre più opportunità rispetto ad altri poiché la meritocrazia ha un forte peso (contrariamente a quanto avviene in Italia).

Abbiamo fatto questa scelta pensando al futuro di tutta la famiglia avendo noi una figlia. Siamo attivi solo da un anno poiché il Covid ci ha rallentato tanto.

Nel mentre io mi sono impegnata a studiare, analizzare i dati e costruire un business plan così da decidere cosa fare e dove poterci trasferire.

Avevamo deciso di rimanere sulla East coast perché la West coast ci sembrava molto lontana e, per motivi logistici, scomoda.

Basta solo pensare che per venire a controllare i lavori avremmo impegnato tante ore in più di volo.

Avevamo già scartato l’idea di andare a vivere in una grande città venendo da Roma.

Volevamo lasciarci alle spalle il caos e i disagi che una metropoli del genere può offrire nel quotidiano. Scartate, quindi, New York e Boston abbiamo iniziato a prendere in considerazione il Connecticut.

Abbiamo iniziato a progettare il nostro business e avevamo visto che sulla costa erano già presenti alcuni
competitor.

Inizialmente la scelta era ricaduta su Hartford (capitale del Connecticut) per realizzare il tutto ma, poi, vedendola ci siamo resi conto di quanto fosse in gran parte degradata e quindi abbiamo puntato alla vicina West Hartford, città a misura d’uomo dove c’è una buon tenore di vita e ottime scuole.

Scelto il luogo abbiamo iniziato a prendere contatti e fissare appuntamenti con tutte le realtà che ci avrebbero seguito nel dar vita al nostro nuovo progetto lavorativo.

Trovare uno spazio qui per la nostra attività non è stato semplicissimo sia perché siamo stranieri sia perché è difficile trovare un locale libero ma, alla fine, ce l’abbiamo fatta.

Che lavoro svolgi di preciso?

Prima di trasferirci avevamo fatto studi e ricerche per capire il tipo di business che potessimo avviare. Avevamo visto che i pastifici (da noi molto comuni) qui non c’erano e, quindi, definita l’idea, abbiamo seguito dei corsi ad hoc in Italia.

Qui mi occupo di tantissime cose relative all’attività dalla produzione alla vendita anche perché siamo solo io, mio marito e due ragazzi che ci aiutano uno nel laboratorio uno al banco per ora.

Cosa ti emoziona di più del tuo lavoro?

La cosa che mi emoziona di più è il riconoscimento e la soddisfazione da parte del cliente.

Noi puntiamo ad un prodotto eccellente realizzato con materie prime importate dall’Italia e che rispecchi il vero sapore italiano.

Il nostro target di riferimento è medio alto vista la qualità e la genuinità dei nostri prodotti, considera che siamo riusciti ad allargare la vendita anche agli intolleranti al glutine che, grazie alla presenza nei nostri impasti della semola italiana, superiore rispetto a quella americana, possono gustare un buon piatto di pasta senza rinunce.

I clienti che tornano da noi più volte perché contenti e i nuovi che arrivano con il passaparola sono un bel risultato in un paese in cui il gusto è molto diverso dal nostro e dove c’è poca propensione a mettersi ai
fornelli.

Oltre a tutto ciò riforniamo anche ristoranti italiani e non sia in città che in zone limitrofe e tutto questo insieme ci riempie d’orgoglio.

Raccontaci una tua giornata tipo.

Le mie giornate sono ricche di impegni tra casa e lavoro. Per esempio ora siamo a Luglio e, al lavoro ordinario di produzione e vendita, si sono aggiunti anche i farmer markets in cittadine selezionate situate vicine alla nostra dove comunque lo stile di vita e il target di riferimento sono gli stessi.

Quale formato di pasta e condimento piacciono di più?

Per i nostri clienti, quello della pasta fresca, è tutto un mondo da scoprire.

La pasta più apprezzata sono sicuramente i ravioli.

Molto diversi da quelli che sono abituati a reperire qui nei supermercati.

Stiamo riuscendo a inserire nuovi sapori nelle case degli americani.

Un esempio fra tutti sono i ravioli limone, ricotta e pecorino che all’acquisto destano qualche perplessità ma, poi, si rivelano tra i più apprezzati tanti da essere ricomprati.

I clienti si fidano molto del nostro gusto e ci chiedono anche consigli su condimenti per le paste.

Tra le salse da noi preparate per condire le paste va molto la bolognese e il sugo al basilico.

Qual è la principale differenza lavorativa tra l’Italia e l’America?

Qui in America noi lavoriamo tante ore in più a settimana. Vedere pian piano degli ottimi risultati del business che abbiamo creato da zero con le nostre forze è un grande orgoglio.

Considera, poi, che già dal primo anno abbiamo chiuso in positivo cosa che non è nulla scontata.

Un consiglio che daresti ai giovani con la voglia di seguire il tuo stesso percorso?

Fatelo non dando per scontato niente. Nulla è facile.

Ci vogliono tanta determinazione e caparbietà per superare tutti gli ostacoli che si frappongono fra voi e l’obiettivo che si siete preposto.

Hai già pensato a cosa vorresti fare in futuro?

Tante sono i progetti da realizzare. Inizialmente il nostro obiettivo era aprire dieci negozi in dieci anni, con lo stesso format qui in Connecticut.

Al momento, però, stiamo pensando di far vita anche ad un laboratorio centrale più grande che riesca a rifornire ristoranti e tutto il resto.

Stiamo pensando anche ad ampliare la distribuzione.

Abbiamo tante idee in mente e vedremo cosa sarà meglio per noi di volta in volta. E così si conclude la mia intervista ad Anna.

Dopodiché le mie vacanze estive si sono concluse a San Diego, dopo un breve tour della California. Qui
ho conosciuto e intervistato Ilaria ma di lei vi parlerò più in là.

Stay tuned!!!

Annalisa Iaconantonio

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