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Roma
16 Gennaio 2025
Lettere al Giornale

La vita dell’operatore di Patronato

“Noi Operatori viviamo perennemente attaccati al cellulare, rispondiamo alle mail e ai messaggi dei nostri assistiti, dei nostri colleghi, mentre camminiamo per strada, mentre mangiamo un boccone, mentre siamo al supermercato, mentre mettiamo sul fuoco la macchinetta del caffè appena svegli.
Noi Operatori viviamo perennemente con l’ansia di aver fatto decadere una decorrenza, di aver preso scelte sbagliate, di non aver saputo sufficientemente fatto capire la questione all’utente.
Noi Operatori ci svegliamo nel cuore della notte per la paura di aver dimenticato una pratica, che ci sia sfuggito di appuntare qualcosa in agenda. L’agenda personale, l’agenda d’ufficio, l’agenda sul cellulare.
Noi Operatori corriamo sempre. I fascicoli, le cartelle, le borse, le statistiche, i corsi di formazione. Ci specchiamo nel monitor del pc mentre si passa da una schermata all’altra. Sempre con il fiatone. Sempre con il timore di arrivare in ritardo.
Noi Operatori abbiamo le scrivanie colme di fascicoli, di codici, di post-it, di evidenziatori, di speranze….. e mascherine.
Noi Operatori sacrifichiamo le serate per tutelare chi si affida a Noi, la pausa pranzo per ricevere un utente che può venire a colloquio solo in quella fascia oraria.
Noi Operatori studiamo, ci aggiorniamo, leggiamo, ci confrontiamo, ci appassioniamo, combattiamo affinché il Nostro lavoro non venga infangato da un Operatore travestito!!!
Noi Operatori diventiamo punti di riferimento. Per gli assistiti, per i colleghi d’ufficio e non, e li diventa ancora più bello!!!
Noi Operatori non abbiamo orari, abbiamo imprevisti e lunghe attese, facciamo più cose contemporaneamente, con frenesia.
Noi Operatori siamo sempre trafelati. E con le occhiaie e poche ore di sonno.
Ci emozioniamo, ci arrabbiamo, ci demoralizziamo, ci abbattiamo, ci rialziamo, ma resistiamo, e abbiamo la consapevolezza che la strada è sempre in salita. Mai in discesa.
Noi siamo questo e molto di più.
E sappiamo, nonostante tutto, (anche con il Covid-19) che non esiste al mondo professione più bella”.

Fabiola Cardinali