Il 2022 è l’anno in cui si può realmente analizzare gli effetti collaterali di entità economica causati dalla pandemia da Covid. Il settore automobilistico, come già noto, ha subito uno stravolgimento totale, trasformando sia il settore del nuovo che il mercato dell’usato. La crisi ormai duratura dei chip ha stravolto tutto, domanda di acquisto in calo e tempi di attesa sempre più lunghi. Tale crisi ha coinvolto però solo in parte il settore, facendo registrare invece un incremento del volume di vendita dei marchi più prestigiosi del settore. In questi ultimi mesi sono stati resi noti, dai Costruttori, i numeri dello scorso anno, numeri che hanno evidenziato come la pandemia non solo non ha intaccato particolarmente le vendite di questi tipi di veicoli, ma addirittura ha dato una spinta al mercato, facendo toccare ovunque numeri e fatturati da record. Potendo affermare così che il 2021 e il 2022, sono stati anni d’oro per le case automobilistiche di lusso. Ad esempio l’AD di Rolls-Royce ha dichiarato di non aver mai registrato così tante immatricolazioni nei suoi 117 anni di storia, con una crescita del +49% sul 2020 e con consegne che hanno raggiunto 5.586 unità.
Fenomeno positivo che ha investito tanti altri produttori di veicoli di lusso: Bentley ha registrato un massimo storico con 14.659 consegne e un +31% sul 2020; Lotus con un +24% e 1.710 vendite; Aston Martin ha segnato aumento straordinario dell’82% a 6.182 unità; Porsche con oltre 300.000 vetture consegnate e un +11% sull’anno precedente, segnando il suo record storico; anche Ferrari, con una crescita eccezionale soprattutto nei mercati internazionali come Stati Uniti (+40%) Cina, Hong Kong e Taiwan (+236%); Lamborghini, che ha consegnato 8.405 vetture a livello globale. Adesso le case automobilistiche del settore lusso sono pronte a nuovi investimenti anche nel settore della sostenibilità, impegnandosi a promuovere sempre più la volontà di elettrificare molti modelli di punta delle case. Il settore commercio UE spiega che tale fenomeno ha investito l’intero segmento lusso, che nel periodo post-Covid ha visto un crescita davvero esponenziale del suo giro di affari. Tale fenomeno di crescita, in un periodo storico in cui tutti i mercati crollano, è dato dall’effetto psicologico causato dalla pandemia che con l’isolamento ha rappresentato uno dei fattori che hanno pesato di più su questa crescita di beni di consumo di alto livello. Il mercato del lusso mira ai bisogni di una clientela molto specifica e settoriale, che difficilmente ha subito conseguenze economiche in questo determinato periodo e il cui unico problema forse era solo il poter uscire dalle loro abitazioni. La pandemia quindi ha costretto molte persone a fermarsi, portando così a molta ricchezza accumulata e che viene spesa in beni di lusso. In questo settore non si è avvertito neanche il grave problema del ritardo nelle consegne, essendo abituati gli acquirenti ad attendere da sempre anche più di 12 mesi per vedere la loro amata vettura su strada, essendo spesso la stessa totalmente personalizzabile ed unica. Il settore del lusso rappresenta in Italia e in Europa un’eccellenza, e tale crescita si può tradurre come aumento di ricchezza, di notorietà dei brand e di posti di lavoro. Un settore che vanta un giro di affari chiuso nel 2021 con 440 miliardi di euro e con 2,2 milioni di persone impiegate nei vari settori, dalle auto alla moda, dai viaggi agli hotel, alla nautica contribuendo al 3% del PIL in Europa, che rappresenta il 70% della clientela.
Francesco Amorosini