Richard Serra
Richard Serra (San Francisco1939) è un artista contemporaneo che ha fatto parte della Process Art.
In essa si dà molta importanza al procedimento esecutivo dell’opera, al suo divenire e al suo stesso manifestarsi come entità viva ed autosufficiente.
Risente dell’influenza dell’Informale, con alcune delle sue componenti fondamentali: segno, gesto, materia.
Lo spettatore viene coinvolto molto attivamente nell’opera.
La sua tensione emotiva viene coinvolta nel gesto creativo dell’opera sollecitandone la capacità sensoriale sotto ogni punto di vista.
La sperimentazione
È un artista che sperimenta il dispositivo cinematografico, proprio per stimolare i sensi dello spettatore.
Questo lo vediamo nelle tre opere “Hand catching lead” (mani che catturano piombo), (1968).
La telecamera fissa ci mostra il tentativo non riuscito, di afferrare con la mano dei pezzi di piombo che cadono sottolineando l’immaterialità e la precarietà del gesto compiuto.
In “Television delivers people” (1973), Serra fa scorrere sullo schermo video un testo scritto contenente una serie di considerazioni socio-politiche sulle funzioni e gli effetti della televisione.
Woody Vasulka e Steina Vasulka
Woody Vasulka (Brno 1937) e Steina Vasulka (Reykjavik 1940), erano attivi negli Stati Uniti tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta e fondarono a New York assieme ad Andrej Mannik il centro per le ricerche multimediali the Kitchen dove proposero i lavori di vari autori fra i quali ricordiamo: Paik, Graham, Campus, Schneider, Jonas, Blumenthal, Birnbaum, Fitzgerald, Sanborn, Viola.
Concentrano la loro ricerca sui processi di elaborazione di immagini e suoni attraverso mezzi elettronici e informatici e apparecchi tecnici sofisticati.
Nelle loro opere si riflette sull’esigenza di un controllo del rapporto fra arte e tecnologia. Nel 1972-1973 realizzano il Digital Video effecter e nel 1976 con Jeffrey Scheir, il Digital Image articolatore o Imager, uno strumento video digitale di elaborazione delle immagini in tempo reale capace di una molteplicità di differenti processi, tra simultaneità, sequenza, passaggi e spostamenti.
Successivamente realizzano dei lavori di ricerca sulla metamorfosi video numerica.
Sono diverse serie di immagini, quali le trasformazioni sinusoidali di “Hybrid studi sulla mano” (1973), risultato di un sistema che ibrida analogico e digitale e la serie di affascinanti elaborazioni di “Modelli organizzativi dell’immagine elettronica” (1975-76).
La maggior parte delle elaborazioni scoperte da questi tecno artisti sono diventate parte integrante della base di effettistica di qualsiasi buon mixer video professionale e si ritrovano nei più sofisticati sistemi di montaggio digitale.
Tra gli anni 90 e l’inizio del nuovo millennio le sperimentazioni del mezzo audiovisivo e del computer diventano sempre più varie e articolate.
Le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche legate ai nuovi media, la diffusione del computer e la globalizzazione hanno cambiato molto anche le opere dei video artisti.
Per alcuni di loro il video diventa uno “schermo ribelle” attraverso il quale si denunciano condizioni di degrado sociale e culturale altri si concentrano di più sull’avanzamento tecnico del medium tecnologico, creando opere monumentali che esaltano i nuovi avanzamenti tecnico multimediali raggiunti.
Il computer deve diventare un mezzo attraverso il quale far pensare lo spettatore.
Non è solamente una simulazione della realtà ma anche un mezzo attraverso il quale l’uomo può intervenire sui problemi della vita reale per risolverli e per cambiarli.
Un sito internet un canale You Tube possono dare voce e visibilità a un quartiere a una comunità che hanno problemi e svantaggi sociali.
La Web Art ha dato impulso a tutto questo fino ad arrivare alla sperimentazione di un’”arte pubblica” etica e sociale.
Piermarco Parracciani