I 10 ingredienti africani che ci converrebbe avere a tavola
Anche se non ce ne accorgiamo c’è una lenta ma inesorabile invasione proveniente dall’Africa, ma non parliamo di flussi migratori bensì di cibi esotici.
Sono ben 10 gli ingredienti africani che ci converrebbe avere a tavola.
Dai ristoranti “stellati” ai vari supermercati molti cibi africani sono approdati sulle nostre tavole. Sono arrivati con un po’ più di ritardo rispetto ad altri Paesi ex colonialisti (ad es. la Francia) ma, complici i discendenti di seconda e terza generazione, gli ingredienti africani hanno trovato mercato anche in Italia.
E si è scoperto siano importanti da includere in una dieta più varia e, ci piace dirlo, anche cosmopolita.
Ma di quali cibi stiamo parlando? Sono diversi e spaziano dai superfood ai cereali e ai tuberi. Andiamo a scoprirli elencandoli in ordine alfabetico.
1 Attiéké
Originario del Senegal e della Costa d’Avorio l’Attiéké (o acheke) è un cous cous fatto di Cassava fermentata (la Cassava è meglio conosciuta come mandioca, manioca, tapioca, yucca, ovvero un tubero) ed è un cibo da strada economico e molto apprezzato.
Lo è perché è molto nutriente e calorico, contiene un amido resistente ed è una preziosa fonte di fibre, vitamina C, rame (minerale fondamentale per il metabolismo del ferro). Ma attenzione: mangiata cruda è tossica.
Va quindi fatta fermentare e questo procedimento è riservato solitamente alle donne che impiegano due giorni (talmente è tossica) per far in modo che l’acido cianidrico contenuto venga rimosso completamente.
Per fare l’attiéké, il tubero (la Cassava) viene grattugiata, fatta fermentare (i due giorni di cui sopra), disidratata e infine cotta al vapore. Noi questo cous cous possiamo condirlo a piacimento, ma la tradizione vuole insaporirlo con la salsa di cipolle pepata.
2 Baobab
Chi non conoce questo albero maestoso! Appartiene al genere Adansonia ed è originario di Paesi come Africa centrale, Madagascar, Australia, Tanzania.
La parte commestibile del Baobab è costituita dai suoi sottoprodotti e dai suoi frutti. Polpa e semi sono considerati superfood con capacità strabilianti: controllo dell’appetito, controllo dei livelli di zuccheri nel sangue, perdita di peso, etc. etc.
La specie di Baobab Adansonia digitata invece è tipica di Angola e Zimbabwe.
La polpa di questo albero può essere consumata sia fresca (bevande, frullati o porridge) sia essiccata e bollita, per la preparazione di dessert.
Si possono sfruttare anche i semi, da cui è possibile ricavare un olio vegetale e, previa essiccatura, con gli stessi si produce una polvere che contiene molta fibra e preziose sostanze come, calcio, magnesio, potassio e per questo viene considerata un ottimo energizzante.
È sufficiente un cucchiaio da sciogliere in acqua o nella bevanda che preferiamo.
3 Fonio
Il Fonio è uno pseudo-cereale senza glutine, molto nutriente e digeribile. Appartenente al genere Digitaria è tipico dell’Africa occidentale (Guinea, Mali, Burkina Faso).
Ne esistono di due tipi: bianco e nero. Il fonio bianco (Digitaria exilis), è il più comune ed è simile al miglio; il fonio nero (Digitaria iburua) ha un contenuto proteico lievemente superiore al bianco. Il Fonio ha dei grani fini e piccolissimi che contengono diversi elementi tra cui molti carboidrati, lipidi, ferro e zinco, vitamina B e molti aminoacidi essenziali.
È facile da cucinare, basta portarlo a bollore, poi abbassare la fiamma e mescolare per circa 15 minuti affinché tutto il liquido di cottura è assorbito. Il fonio è molto versatile in cucina e può essere utilizzato per preparazioni dolci o salate. Se ne può produrre anche una farina da cui si possono ricavare pane, biscotti o essere utilizzata come addensante per minestre o stufati.
4 Freekeh
Il Freekeh (come il bulgur che conosciamo meglio) è un grano duro spezzato di origini antichissime. Dal bel colore verde, originario dell’area nordafricana ma si trova anche in Palestina e in Siria. Il suo nome deriva dal verbo farik e significa, letteralmente, “sfregare”. I suoi chicchi verdi vengono raccolti e arrostiti per eliminare lo strato esterno. Il Freekeh viene spesso cucinato pilaf e si abbina molto con erbe, spezie, frutta secca e disidrata e legumi.
5 Fufu
Il Fufu è tipico delle preparazioni della Costa d’Avorio, Ghana e Nigeria. È considerato un “side dish” ossia un misto tra cucchiaio e scarpetta del pane. Infatti, l’impasto gommoso e soffice viene utilizzato per raccogliere sughi o accompagnare stufati e zuppe, ma rigorosamente e solo con la mano destra. Alla base del Fufu c’è la Cassava e altri ingredienti tipici del Fufu sono platano e cocoyam. Come si mangia il Fufu? Si può sia dividere in piccole palline e aggiungerlo alle zuppe o agli stufati oppure prendere un piccolo pezzo con la mano e, come se fosse un cucchiaio, raccogliere il condimento.
6 Okra
Anche se dal nome ci sembra una tonalità di giallo, si tratta invece di un baccello commestibile di una pianta dell’Africa orientale (Albemoschus esculentus). Vista la sua versatilità in cucina si è diffusa in gran parte del mondo, soprattutto negli Usa dove è giunta attraverso le tratte degli schiavi. Diffusa quasi ovunque, tranne che in Europa. La ragione? Diciamo che facciamo fatica ad apprezzarla perché la consistenza dell’Okra è molliccia, addirittura bavosa. Eppure questo baccello contenente “mucillagine” è una preziosa fonte di fibre, vitamine C e K1. E quindi, per superare le nostre resistenze, possiamo consumarla previa cottura, visto che è anche un ottimo addensante per zuppe ed è uno dei rari vegetali con un alto contenuto di proteine.
7 Olio di palma
Anche se da noi è diventato un tema di discussione, si tratta dell’olio vegetale più usato al mondo e in Africa è un alimento basilare per la dieta di milioni di persone. Ed oggi, oltre il vituperato olio di palma ipercalorico e causa di deforestazione, possiamo trovarlo anche in forma biologica. In Guinea Bissau ne esiste una tipologia addirittura presidio slow food: si tratta dell’olio di palma selvatica ottenuto dalla specie Elaeis guineensis. Attraverso processi di bollitura e spremitura dei frutti si ottiene un olio molto nutriente e aromatico, ricco di carotenoidi e di vitamina E. Dalla consistenza viscosa e dal colore rossiccio, ha un sapore fruttato e molto intenso che ricorda il pomodoro. Si utilizza come condimento di diversi piatti come carne, pesce, riso e verdure.
8 Platano
Sembra una banana… ma non è una banana. Il Platano o cultivar di banana, appartiene al genere Musa ed è adatto alla cottura perché molto ricco di amido e contiene meno zuccheri semplici. È una fonte di energia talmente versatile da essere la decima la mondo per importanza. Ed è l’Africa il continente dove viene usato principalmente e cucinato in molteplici modi: bollito; grigliato; fritto o in farina, protagonista di numerosi piatti tipici.
9 Rooibos
Con le sue foglie si ottiene un tè rosso, anche se non si tratta di un vero e proprio tè. Appartiene a una sottospecie di Camellia sinensis (ovvero la pianta del tè) ma di un arbusto locale, l’Aspalathus linearis, che in lingua afrikaans si chiama Rooibois. Quando viene lavorato, le foglie sottoposte a fermentazione ossidativa, cambiano colore e da verdi diventano rosse. Da esse si ricava un infuso color mattone dal gusto caldo e avvolgente, con sentore di spezie ma, cosa più importante, contiene zero caffeina.
10 Teff
In Italia, da diversi anni, hanno preso piede i ristoranti etnici ed è in quelli eritrei ed etiopi che troviamo il pane injera, la cui base è proprio la farina di Teff, pianta erbacea dai piccolissimi semi. Proveniente dal Corno d’Africa, questa farina è molto nutriente e naturalmente senza glutine. Può essere di diversi colori che spaziano dal bianco al rosso, fino ad arrivare al marrone scuro. Possiamo utilizzarla sia per preparazioni salate, sia per preparazioni dolci.
Monica Cinti