Nelle ultime settimane si sente parlare sempre più spesso di questo enfant prodige del tennis spagnolo, e c’era da aspettarselo dopo la stupefacente vittoria nel Masters 1000 di Miami in finale contro il norvegese Ruud, la cui notizia ha fatto il giro del mondo.
A sorprendere non c’è solo la sua abilità nei colpi, la sua tecnica e la sua fisicità, quello che maggiormente colpisce è la tenuta mentale di un ragazzo di 18 anni che sembra avere la testa di un veterano. Con la vittoria nei quarti di finale dell’ATP 500 di Barcellona contro uno Tsitsipas (nr. 5 del mondo) che ha già battuto tre volte in carriera, in altrettanti confronti, si è assicurato per la prima volta l’ingresso nella top 10 mondiale e si è venuto a creare un interessante parallelismo con il suo idolo di sempre Rafa Nadal che fece il suo debutto in top 10 proprio in seguito al torneo catalano. Nadal all’epoca dei fatti era più giovane di Carlos di circa un mese, ma a differenza del talentino che sembra trovarsi perfettamente su ogni superficie, nei primi anni ebbe maggiori difficoltà a vincere fuori dall’amata terra rossa, mentre Federer e Djokovic sono stati entrambi meno precoci di Alcaraz nell’ingresso nel Gotha del tennis.
Certo siamo soltanto all’inizio di quella che si preannuncia una fantastica carriera, ed ad oggi il titolo può sembrare quasi irriverente poiché sono 20 anni che assistiamo ad un dominio praticamente incontrastato, dei fenomeni Roger Federer, Nadal e Djokovic a cui si può aggiungere Andy Murray come primo outsider, ma sembra davvero che stavolta si stia assistendo ad un cambio della guardia.
Come possiamo immaginare bisogna essere cauti perché spesso nel tennis come in altri sport abbiamo assistito a giovani promesse che si sono perse negli anni successivi, ma questo non sembra essere il destino di Carlos che sotto la guida del Mosquito Juan Carlos Ferrero, uno che sa come si diventa numeri 1 del mondo, pare abbia intrapreso una strada che lo porterà a “cannibalizzare” il mondo della racchetta per gli anni a venire.
La sensazione è che il giovane spagnolo sia già pronto per una vittoria Slam ed i tornei dove potrà esprimere il suo meglio sembrano essere il Roland Garros e lo Us Open dove in ogni caso troverà un’agguerrita concorrenza sia dei “vecchi” Nadal e Djokovic (vaccino permettendo) sia di quella generazione di mezzo con i vari Medvedev, Zverev e Tsitsipas che potrebbe rischiare di ritrovarsi “superata” prima di aver vinto qualcosa di davvero importante.
A questo punto la domanda da porsi sembra essere quella di dove si collocherà il movimento tennistico italiano in questo periodo di grande cambiamento? Nella nostra mente è ancora impresso il sogno di Berrettini in finale di Wimbledon, di Sinner alle Atp Finals e dell’incredibile partita di Musetti al Roland Garros contro il numero 1 del mondo Novak Djokovic, pertanto ritengo che possiamo essere tranquilli che i “nostri” non molleranno tanto facilmente la presa e che saranno protagonisti del futuro prossimo.
Non ci resta che augurare il meglio al giovane Carlos con la speranza che si possano aggiungere alla lotta per contrastarlo anche i nostri italiani e che negli anni a venire oltre a vedere sventolare sul podio la bandiera spagnola, vedremo anche quella tricolore di tanto in tanto.
Maura Malato