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8 Febbraio 2025
Rubriche Sport

Lo sport dell’inclusione: il Cricket italiano in 5 punti

“Dove si gioca a cricket in Italia? E’ inglese, vero? Ma si gioca a cavallo?”

Sono le domande più comuni che si sente fare un appassionato di cricket. E allora è necessario spiegare che il Cricket in Italia si gioca in maniera ufficiale dal 1893 (anche se la prima partita si giocò a Napoli addirittura nel 1793); che no, non si gioca a cavallo (quello è il polo); che è inglese d’origine, ma che poi si è diffuso in tutti gli ex Paesi del Commonwealth e che oggi è il secondo sport più seguito al mondo, dopo il calcio, con oltre un miliardo e mezzo di appassionati.

Il Cricket è lo sport di squadra più antico al mondo e raccontarlo dalle origini è fondamentale per far capire il motivo per cui oggi è il secondo sport più praticato sul pianeta terra.

Il cricket nasce come sport senza limiti, senza confini, con campi di gioco che non hanno misure standard – il field è ovunque oltre il pitch di lancio – con partite che possono durare anche cinque giorni. Oggi è diventato più televisivo e le partite hanno formati con tempi prestabiliti. Viene definito il “gentlemen’s game” (il gioco dei gentiluomini) proprio perché praticato nel rispetto dell’avversario e del gioco stesso, rendendo ogni giocatore responsabile della salvaguardia dello “Spirito del Gioco”.

Ma se è vero che nel subcontinente indiano, oggi il Cricket è lo sport nazionale, in Italia è uno sport di nicchia con grandi potenzialità di sviluppo. Negli ultimi decenni, con l’aumento dell’immigrazione proveniente dalle ex colonie inglesi, il cricket è cresciuto molto anche in Italia. In Italia ci sono 78 squadre affiliate alla Federazione Cricket Italiana guidata dal presidente Fabio Marabini, per un totale di circa 15.000 praticanti suddivisi tra agonisti e preagonisti, diffusi su tutte le regioni italiane.

#1 Come si gioca a cricket

Il Cricket si gioca tra due squadre di 11 giocatori ciascuna, come nel calcio. Il motivo di questa somiglianza è storico: il calcio nasce come alternativa invernale al cricket che si giocava (e si gioca) solo in primavera ed estate.

Il campo da Cricket è costituito da uno spazio in erba, per lo più ovale, le cui dimensioni per partite internazionali sono circa di 150x130mt, maggiori di un campo di calcio ma Italia, essendoci grandi difficoltà nel reperire spazi adeguati si sfrutta al massimo lo spazio disponibile. Al centro del campo si trova una corsia (pitch) lunga circa 20 metri e larga circa 2. Alle due estremità della corsia sono posti tre paletti che formano una piccola porta (wickets).

La partita si divide in due frazioni di gioco (inning). Le squadre non si presentano entrambe al completo sul campo; al contrario, ciascun inning vede impegnati in coppia tutti gli 11 giocatori della squadra in battuta, che quando vengono eliminati sono di volta in volta sostituiti dai compagni, fino all’eliminazione del decimo battitore. Mentre una squadra è in battuta, l’altra squadra è al fielding (difesa) con tutti e 11 i giocatori che lanciano e difendono il campo (fielder). Dopo l’intervallo le squadre riprendono il campo a ruoli invertiti.

Lo scopo del gioco è quello di segnare più runs (punti) possibili e di non farsi eliminare quando si è in battuta, ma anche di non far segnare punti alla squadra avversaria eliminando i battitori avversari quando sono al lancio.  Vince chi realizza più punti.

#2 Lo Spirito del Gioco che va al di là del Fair Play

Cosa ha di speciale il cricket, rispetto agli altri sport? L’eleganza. Non si può strillare, non si possono dire parolacce. E se l’arbitro prende una decisione, va accettata.

Gentleman’s game per eccellenza, il Cricket è uno sport fondato su concetti positivi come il rispetto dell’avversario e l’assoluto fair-play e ha saputo abbattere, in Italia e nel mondo, differenze di classe, religione ed etnia grazie a valori di civiltà e correttezza, non solo sportiva.

L’elenco delle “Regole del Cricket” è introdotto da un paragrafo dal titolo Lo Spirito del Gioco (Spirit of Game), dove si elencano tutta una serie di regole che solitamente negli altri sport sono “non scritte” e affidate al buon senso dei giocatori. Queste regole comprendono, per esempio, il rispetto verso l’avversario, verso gli umpires (arbitri) e i valori tradizionali del gioco; il divieto di indirizzare verso un umpire e verso gli avversari parole irrispettose o offensive (è addirittura vietato avanzare verso un umpire con passo aggressivo).

#3 Federazione Cricket Italiana

La Federazione Italiana Cricket ha oltre 40 anni ed è riconosciuta dal CONI come Disciplina Sportiva Associata. E’ anche parte di ICC, l’organismo sovranazionale del Cricket.

La Federazione in Italia ha sede a Roma, presso il Palazzo del CONI e organizza regolari Campionati nazionali femminili, maschili e junioner (U19, U17, U15 e U13): 50 Overs, T20, T10. In Italia ci sono 78 squadre affiliate con circa 3.000 tesserati agonisti presenti su tutto il territorio italiano.

Accanto al cricket tradizionale giocato con palla dura, la Federazione promuove anche la pratica agonistica del Modified Cricket, la disciplina con palla morbida che si suddivide in Tapeball e Softball, e il Kwick Cricket, un metodo propedeutico di apprendimento del Cricket attraverso tre giochi: Lord’s Game, Continuous Cricket e Pairs Cricket.

In Italia sono sei i valori che guidano tutte le attività del Cricket: Fairplay, Spirito di Squadra, Integrazione, Rispetto, Tradizione e Sostenibilità. Ma non solo. Il Cricket è stato il primo organismo sportivo in Italia ad introdurre lo Ius Soli 20 anni.

#4 Lo ius soli sportivo

Il Cricket nasce in Gran Bretagna, dove lo ius soli era già una realtà. Situazione diversa in Italia, dove la cittadinanza ancora oggi è definita in base ai legami di sangue o di residenza di lungo periodo.

Proprio come avvenne con il rugby quasi 30 anni fa, molti immigrati rappresentano l’Italia del Cricket, ne cantano l’inno e competono nei tornei internazionali. Per incentivare il processo di integrazione di questi immigrati, a partire dal 2003, all’interno dei propri campionati la Federazione Cricket Italiana ha riconosciuto parità di diritti in base alla nascita a tutti i suoi atleti, il primo organismo sportivo a farlo. Ha anticipato la politica e catapultato il dibattito sulla immigrazione in Italia fuori dal campo sportivo, superando anche i limiti della burocrazia.

Era il 7 dicembre 2002 quando Federazione Cricket Italiana ratificava durante un Consiglio Federale la decisione di riconoscere come cittadini italiani a tutti gli effetti coloro che lo erano già in pectore. Nel 2016 arrivò la legge sportiva: norma applicabile ai minori entrati in Italia prima dei 10 anni.

Sono passati 20 anni da quel Consiglio Federale in cui venne proposto e approvato lo Ius Soli. Nella Nazionale Italiana di Cricket, oggi accanto ai giocatori italiani, giocano sudafricani, australiani, srilankesi, indiani e pachistani. Tutti naturalizzati italiani.

# 5 Il Cricket oltre i confini

Diffondere capillarmente il Cricket e creare una proposta sportivo-educativo-culturale di grande attrazione e interesse è l’obiettivo del progetto Cricket without Boundaries… oltre i confini di Federazione Cricket Italiana che ha preso il via nel 2023.

F.Cr.it ha come obiettivo quello di far incontrare giovani provenienti da culture, storie e status sociali totalmente differenti e farli confrontare su uno dei temi universali, che mette d’accordo tutti e grazie al quale è possibile superare ogni tipo di barriera: lo sport.

Far conoscere storia, cultura e valori del Cricket al più alto numero possibile di interlocutori, aumentare il numero di praticanti soprattutto nella fascia giovanile, cercando di coinvolgere italiani e stranieri di seconda generazione, rendere il Cricket più accessibile con una maggiore connessione tra le società sportive affiliate e i centri aggregativi (scuole, oratori, centri giovanili, ecc.) sono solo alcuni degli obiettivi.

Modified Cricket, corsi per allenatori e nuovi campi sono i progetti messi in pista per rispondere agli obiettivi di inclusione su tutte quelle fasce di popolazione che a causa della fragilità sociale non hanno accesso alla pratica sportiva. Perché lo sport è la via possibile per superare i confini e abbattere i muri.

Fonte: Ufficio Stampa Federazione Cricket Italia

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