Solare e amante della sua nuova vita, Eleonora ci ha accolti nella sua nuova casa nella Lapponia svedese facendoci conoscere la sua famiglia e le sue abitudini oltre a darci un assaggio della sua quotidianità all’insegna del benessere interiore tra splendidi boschi e una particolare attenzione alla qualità della vita.
Eleonora, raccontaci un po’ di te e del percorso che ti ha portato fino a qui
Sono cresciuta a Genova, con il sole in viso e il vento tra i capelli. Ho imparato a nuotare prima che a camminare, ho amato la mia città fino a quando non sono diventata mamma. A 34 anni compiuti e con tre figli non mi sentivo più “a casa” e tutto era complicato, la gestione del lavoro e della famiglia in primis, poiché il tempo libero era poco e altrettanto poche le possibilità di godere del vivere in Italia. Oggi sono una donna felice, ho un lavoro che amo e che, anziché togliere energie, mi dà soddisfazione e mi diverte. Sono mamma di Giacomo che ha 20 anni, Filippo di 18, Giovanni di 14, Aurora 8 e Leonardo 6 anni. La mia è una ciurma rumorosa e solare che accompagna le mie giornate. C’è chi vive già da solo in un’altra città, chi invece lavora e studia e poi ci sono i piccoli che trascorrono parte del loro tempo costruendo igloo e arrampicandosi sugli alberi. Sono moglie di Matteo, uomo capace di farmi sentire “in un porto sicuro” tra una risata e una carezza, persona eccezionale con cui amo trascorrere il tempo e con cui adoro sognare e progettare il futuro. Prima di trasferirmi qui ero una persona compressa, a tratti insicura, oggi sono entusiasta, continuo a sognare e cerco di evolvere e crescere senza perdere mai la curiosità per ciò che mi circonda.
Dove vivi e perché hai scelto questa città?
Vivo a Skellefteå, una piccola città ai miei occhi, ma una delle più grandi città del nord della Svezia alle porte della Lapponia svedese. Ho scelto questa cittadina dopo esserci venuta in vacanza sia in pieno inverno a -39 gradi che in piena estate sotto il sole di mezzanotte. Skellefteå era il luogo perfetto per iniziare una nuova vita, più a misura d’uomo. È immersa nella natura ma dotata di un aeroporto, università e le scuole per i miei figli. I primi due mesi quassù avevamo anche a disposizione una casa dove vivere in attesa di trovare qualcosa di nostro. Skellefteå è immersa nei boschi del nord tra alci, renne e orsi ma è anche una città di mare con fiumi e spiagge, piste da sci, piste ciclabili e un vivace centro cittadino.
Di che cosa ti occupi nello specifico?
La Svezia offre molte opportunità tra le quali la possibilità di rimettersi a studiare e così, qui, mi sono formata prima come manager di alberghi e ristoranti, ma quando il Covid ha colpito il mondo del turismo ho ripreso nuovamente gli studi e attualmente ho quello che ritengo il lavoro più bello del mondo; ricopro il ruolo di mentore nel liceo di economia. Non sono un insegnante, il mio compito è quello di aiutare i ragazzi tra i 16 e i 19 anni a conseguire gli studi, prepararsi alla vita da adulti e al mondo del lavoro, stimolando la loro crescita sia scolastica che dello sviluppo del proprio io. Grazie a questa attività gli adolescenti non sono più un mistero per me ed è bello poterli aiutare a diventare adulti curiosi e sereni.
Quali sono gli obiettivi che ti sei posta quando hai deciso di trasferirti?
Quando io e mio marito abbiamo deciso di partire avevamo solo un sogno, quello di vivere una vita tranquilla a contatto con la natura in un paese in cui la famiglia fosse al centro delle politiche per un buon welfare. L’obiettivo primario era quello di imparare nel più breve tempo possibile la lingua svedese, conoscere la cultura di questi luoghi e costruire una nuova rete sociale.
La tua giornata tipo?
Mi sveglio presto, aiuto i piccoli a prepararsi e poi inizio a lavorare alle 7:00. Alle 15:30 esco dal lavoro, cena alle 17:00 e poi ognuno è libero di proseguire con le attività che preferisce. C’è chi fa sport, chi lunghe passeggiate con i cani, ognuno ha il suo momento di relax. Quassù la vita è molto diversa, in inverno fa buio molto presto e ci si dedica a sport invernali, si gusta una sauna serale guardando l’aurora boreale, si cena presto e si va a dormire entro le 22:00. In estate, invece, le serate non finiscono mai e il fatto di avere il sole fino a mezzanotte ci spinge a fare molte attività all’aperto come dedicarci al giardinaggio, alla raccolta di frutti selvatici e a lunghe passeggiate. La mia vita è molto piena, ho 5 figli, due cani e una casa grande con un giardino pieno di fiori da curare nelle diverse stagioni. Ho una vita ricca, gioiosa e appagante caratterizzata da un perfetto equilibrio tra tempo libero e lavoro.
Cosa spinge i giovani a partire?
Noi siamo partiti a 34 anni con 3 figli. Abbiamo investito molto sul lavoro e nel nostro paese vivevamo per lavorare e sentivamo una profonda frustrazione in quanto non era possibile godere dei nostri figli. Avevamo una buona economia ma non avevamo il tempo di godere dei frutti del duro lavoro. Siamo partiti perché volevamo che i nostri figli potessero crescere sognando di diventare qualsiasi cosa volessero e volevamo dargli la possibilità di crescere serenamente senza ansie verso il futuro. L’Italia ci stava stretta e anche una certa mentalità conservativa in un’epoca in cui la vera forza è essere aperti, curiosi e inclusivi.
Qual è la differenza tra il mondo del lavoro italiano e quello svedese?
La più grande differenza che ho notato in questi 12 anni di vita lavorativa è che si lavora senza stress. I datori di lavoro, infatti, hanno a cuore la salute dei propri lavoratori e cercano di offrire un ambiente di lavoro il più possibile tranquillo. La competizione è un’altra cosa malvista, ognuno ha il dovere di concentrarsi sul proprio lavoro facendo del proprio meglio ma non necessariamente in modo competitivo. Le ferie sono sacre, così come la possibilità per padri e madri di godersi i bimbi con un congedo di paternità di 480 giorni (240 giorni lavorativi a testa) retribuiti all’80/100. I datori di lavoro non fanno nessun tipo di ostruzionismo in merito a ferie, permessi o periodi di paternità e i padri usufruiscono di questo periodo serenamente. Riassumendo potrei dire che mentre l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, la Svezia è un paese fondato sulle persone e che punta molto sulla famiglia.
Che consiglio daresti ai giovani che vogliono intraprendere un percorso simile al tuo?
Non abbiate paura e siate aperti ai cambiamenti, immergetevi nella cultura del paese in cui vi trasferite, imparate la lingua locale che vi consentirà di connettervi con la gente del luogo. Altro consiglio fondamentale è di non paragonare il proprio paese d’origine al nuovo, in ogni caso sarà sicuramente diverso a volte in positivo e altre in negativo, tuffatevi nella nuova realtà con uno spirito propositivo, incuriositevi e poi non prendete troppe informazioni prima di partire poiché la cosa potrebbe spaventarvi o frenarvi. Abbiate il coraggio di buttarvi, le vostre radici ve le portate dietro mentre imparando a guardate avanti scoprirete una nuova vita che vi piacerà.
Progetti per il futuro?
Diminuire le ore di lavoro, viaggiare per conoscere meglio la Svezia, continuare a essere un “ambasciatore positivo” per questa terra e per la mia città, migliorare il mio svedese scritto e mi piacerebbe iniziare ad allevare labrador. Insomma la lista dei progetti futuri è abbastanza lunga e potrebbe allungarsi ulteriormente anche perché penso che avere più progetti e sogni sia una strada utile per trovare energie nascoste e raggiungere la meta prefissata. Intanto mi “godo il viaggio” con la consapevolezza di avere con me la squadra migliore del mondo: i miei figli e mio marito.
Annalisa Iaconantonio