Ho sempre pensato a questa rubrica come a un contenitore di storie coraggiose, caratterizzate da una certa grinta ma che trasmettano una leggerezza nell’animo di chi le legge e ne assapora i minimi dettagli. Per questo numero siamo andati a conoscere Ylenia Basilico (yleonthecape su Instagram) una giovanissima ragazza italiana trasferitasi nella bellissima Cape Cod che, come sapranno gli amanti delle serie teen dei primi anni 2000, ha ispirato gli scenari che hanno fatto da sfondo alle avventure di Dawson’s Creek. Ylenia ci ha trasmesso la bellezza della sua scelta e di come questa meravigliosa località l’ha richiamata a sé come il canto di una sirena. Venite insieme a me a conoscerla.
Raccontaci un po’ di te e del percorso che ti ha portato fino a qui.
Ho iniziato il mio percorso all’estero all’età di 17 anni quando ho frequentato il quarto anno delle superiore negli Stati Uniti d’America con l’associazione Intercultura. Ho avuto la fortuna di essere scelta da una famiglia che viveva a Cape Cod, una penisola dello stato del Massachussetts, che affaccia sull’Oceano Atlantico e che è a circa un’ora di distanza da Boston. Per me è stato amore a prima vista e, infatti, negli anni successivi ho sempre espresso il forte desiderio di trasferirmi lì. Rientrata in Italia, dopo il quarto anno, ho frequentato la facoltà di mediazione linguistica all’università di Como e lì ho conosciuto una professoressa che mi ha suggerito di provare a trasferirmi in Canada con il visto Working Holiday Visa poiché arrivare direttamente negli Stati Uniti non è semplice. Due settimane prima della partenza per il Canada, però, ho scoperto di aver vinto la lotteria della Green card che mi consentiva di risiedere permanentemente in America. Tutto questo mi ha praticamente cambiato la vita e, nel 2015, sono riuscita a trasferirmi nel posto dei miei sogni e da lì non sono più andata via. Nel 2021, poi, sono anche diventata cittadina americana!
Dove vivi e perché hai scelto questa città?
Vivo a Cape Cod una zona molto turistica sul mare, considerata una delle zone più belle degli Stati Uniti e famosa per essere stata la residenza dell’ex presidente John Fitzferald Kennedy. La penisola è caratterizzata da 600 miglia di spiaggia e da qualche squalo che viene a trovarci in estate, ciò mi consente di avere una vita molto più tranquilla rispetto a quella che avevo in Italia. A differenza di tante persone che si trasferiscono all’estero per amore di una persona che hanno conosciuto o alla ricerca di un lavoro migliore, io mi sono trasferita lì per l’amore verso Cape Cod.
Di che cosa ti occupi bello specifico?
Ho avuto diversi impieghi nel corso degli anni. Ho iniziato come manager di un negozio di scarpe per proseguire come impiegata in banca, addetta ai mutui per un’altra compagnia e l’ultimo lavoro come impiegata in comune. Verso la fine dello scorso anno ho deciso di dare più spazio ai sogni e alle passioni, prendendomi un anno sabbatico per viaggiare tra Europa e Stati Uniti e aprendo una mia agenzia di viaggi online. Il focus, per quanto riguarda il mercato italiano, saranno i viaggi alla scoperta del New England.
La tua giornata tipo?
Una delle cose fondamentali per me è cercare di andare al mare il più spesso possibile. Per cui in estate, dopo il lavoro, ho come tappa obbligatoria la spiaggia. È una cosa che faccio spesso anche in inverno e in quel periodo è ancora più rilassante perché le spiagge sono vuote e riesco a godermi la tranquillità e il rumore dell’oceano. Nei weekend, invece, cerco di fare quasi sempre una gita fuori porta, anche solo giornaliera, per esplorare il New England o tornare nei miei posti del cuore. Non mi sono americanizzata del tutto e non comincio la giornata da Dunkin Donuts o da Starbucks, che è quello che fanno quasi tutti gli americani!
Cosa spinge i giovani a partire?
Credo che, principalmente, sia la voglia di realizzarsi in ambito lavorativo. Tante volte mi capita di sentire testimonianze di persone che non sono felici del posto in cui vivono ma ci rimangono perché le condizioni lavorative sono nettamente migliori rispetto a quelle italiane. Stipendi più alti e meritocrazia in primis. Credo che se le condizioni fossero migliori in Italia, non ci sarebbero così tanti giovani che se ne vanno.
Qual è la differenza tra il mondo del lavoro italiano e quello americano?
In primis in USA non esistono gli stage fuori dall’università ma tutti vengono assunti con una paga minima oraria che varia da Stato a Stato. Quindi non troveremo mai contratti da 40 ore settimanali pagati con rimborso spese dello stage. Non esiste il tempo indeterminato e sicuramente è più facile licenziare qualcuno così come è mille volte più semplice ritrovare lavoro. Nonostante non ci siano leggi restrittive sui licenziamenti, non si viene assunti per essere licenziati perché il datore di lavoro investe soldi e tempo per insegnare il lavoro e non rientra nei loro interessi licenziarti dopo 6 mesi. I giorni di vacanza sono meno rispetto all’Italia ma si possono negoziare al momento dell’offerta iniziale e negli ultimi anni hanno anche preso piede aziende che offrono ferie illimitate. Se si portano a termine tutti i compiti assegnati, si può prendere quanti giorni si vuole.
Che consiglio daresti ai giovani che vogliono intraprendere un percorso simile al tuo?
Se hanno paura consiglio di cominciare piano con viaggio breve, per esempio, o un’esperienza di lavoro all’estero temporanea. Se, invece, sognano gli Stati Uniti ma sono un po’ timorosi magari è meglio cominciare prima da un posto europeo. Dico loro, soprattutto, di non arrendersi alla prima difficoltà perché, poi, le cose belle e le soddisfazioni arrivano!
Progetti per il futuro?
Mi vedo sempre a Cape Cod, impegnata ad organizzare viaggi e a viaggiare io stessa più che posso!
Annalisa Iaconantonio